La lettera contri gli «infedeli»
Dichiarando, nero su bianco, in una lettera però non firmata, di essere Lefebvriana, di ispirarsi «convintamente ad una delle comunità internazionali nate dall’opera eroica di monsignor Lefebvre, denominata “Resistenza”, secondo la tradizione dottrinale, liturgica e pastorale che in essa si conserva». Lefebvre che, c’è da dire, era stato scomunicato nel 1988 da Giovanni Paolo II. E per i due sacerdoti, don Claudio Crescimanno e don Andrea Maccabiani, ora la Diocesi, che li aveva richiamati più volte negli ultimi mesi, farà scattare il processo di scomunica. La Diocesi, di suo, ha infatti annunciato che saranno attivate «le opportune procedure canoniche». Gli scissionisti, nella missiva inviata alla Curia reggiana, hanno precisato il loro orientamento e come la loro comunità, «di conseguenza non può più essere considerata giuridicamente vincolata alla giurisdizione dell’attuale Gerarchia».
«Hanno un orientamento scismatico»
Una comunità che «si ritrova a Casalgrande Alto e in altre sedi per condividere il lavoro agricolo e tenere vivi i legami sociali e spirituali tra i suoi membri» e che – chiarisce nella lettera – «nella libertà del proprio cammino, non è più dipendente da coloro che pure riconosce come legittimi Pastori della Chiesa». Pur esprimendo comunque «il doveroso rispetto per tutte le autorità civili e religiose». La diocesi, che ha reso nota la missiva – che è una dichiarazione di scissione dalla Chiesa guidata dal vescovo Giacomo Morandi – spiega: «Pur non firmato da persone identificate, il testo dichiara il rifiuto di ogni legame con i pastori e della comunione con i membri della Chiesa, costituendo un atto univoco di orientamento scismatico da parte di soggetti che hanno costituito un centro di interessi a Casalgrande Alto». E anche se «gli stessi siano stati richiamati al rispetto della comunione ecclesiale- continua la Diocesi- gli animatori di tale realtà hanno pervicacemente rifiutato ogni contatto e, anzi, si confermano nella rottura con la Chiesa». Di qui le annunciate «procedure canoniche» che verranno attivate.