Fondazione
Un protestante di confessione battista, William Miller (1782-1849) credette di aver ricevuto una rivelazione che lo spinse a segnalare il 22 ottobre 1844 come data del ritorno di Cristo, per instaurare un regno terreno della durata di mille anni. Questa predicazione suscitò un grande entusiasmo, che investì trasversalmente molte confessioni cristiane, per lo più protestanti. Quella data però passò, e non successe nulla.
Dopo la Grande Delusione che ne seguì, ci furono varie vicende e scismi. In questa successiva fase un ruolo importante è svolto da James White e da sua moglie Ellen, una “profetessa” che annunciò che nel 1844 Gesù in realtà aveva cominciato a scrivere gli eletti nel libro della vita. Ellen White pubblicò nove volumi di rivelazioni; e negli anni dal 1850 al 1860 lei e il marito riorganizzarono e diedero un nuovo orientamento all’Avventismo. Importante è anche John Harvey Kellogg, che diede impulso alla tendenza igienico-alimentare (la medicina naturale, la dietologia, la teoria vegetariana, il divieto di tabacco, alcol, caffè e tè) che caratterizza l’Avventismo.
Dottrina
In seguito a scismi, gli avventisti si sono suddivisi in diverse Chiese, sicché oggi ci sono vari tipi di avventismo. La dottrina della Chiesa maggioritaria, che si autodefinisce Chiesa Avventista del Settimo Giorno, ha come punto di riferimento importante, benché non definitivo, le 36 tesi formulate nel 1957.
Le prime 19 tesi sono presentate come comuni a tutti i cristiani: Trinità di Dio, divinità di Cristo, peccato originale, redenzione, la Bibbia come regola di fede. Altre 12 tesi sono in comune con molti protestanti (ma non tutti): battesimo per immersione, rito della lavanda dei piedi, sabatismo (è festivo il sabato, non la domenica), condizionalismo (l’anima è mortale: sopravvivono i buoni, mentre i cattivi vengono distrutti), pagamento della decima, divieto di alcool e tabacco, rigida separazione tra stato e Chiesa. Le ultime cinque tesi sono specifiche degli Avventisti del VII Giorno:
– In cielo “vi è un santuario dove Cristo ministra in due fasi distinte l’opera mediatrice”. Gesù è entrato nella parte superiore di questo santuario nel 1844.
– Da allora è iniziato un giudizio investigativo sulla vita di tutti gli uomini della storia, in cui Cristo intercede per i peccatori pentiti.
– Siamo negli “ultimi tempi”: lo dimostra il fatto che lo Spirito Santo ha inviato lo spirito di profezia a Ellen White. La fine è comunque imminente, anche se non bisogna (più) fissare date.
– Il conflitto tra il bene e il male si manifesterà in uno scontro tra i sabatisti e i diabolici sostenitori della domenica, con in testa il papa di Roma (che è una emanazione di Satana poiché il titolo papale: “Vicarius Filii Dei” equivarrebbe al numero 666 della Bestia di Apocalisse 13,18).
– Il Millennio sarà inaugurato dalla venuta in gloria, personale e visibile, di Cristo. Ci sarà la risurrezione degli eletti, che insieme con gli eletti viventi ascenderanno al cielo, dove parteciperanno al giudizio degli empi guidato da Cristo. La terra sarà deserta e desolata, i malvagi saranno uccisi e Satana verrà incatenato. Al termine dei mille anni la Gerusalemme celeste ridiscenderà sulla terra: i malvagi risorgeranno per sentire la condanna alla distruzione nel fuoco insieme con Satana e i suoi angeli, mentre i buoni vivranno per sempre in un mondo di perfetta gioia.
Punto di vista cristiano cattolico
L’Avventismo rappresenta un grande richiamo per quelle comunità e quei cristiani che hanno smarrito il senso della vigilanza e dell’attesa del Signore Gesù. Ci sono infatti dei cristiani che non aspettano nulla, o addirittura non credono nella vita eterna. Non possiamo però condividere l’idea di una sicura imminenza del suo ritorno.
Altri punti che non si possono condividere: il sabatismo, il condizionalismo (sopravvivenza solo dei buoni, e distruzione totale, anima e corpo, dei malvagi).
Non possiamo accettare neppure il loro modo di concepire l’aldilà: «Il Paradiso promesso consiste in una felice esistenza umana in condizioni materiali emotive relazionali e umane ottimali… ma non si parla di “vita divina”, e la stessa beatitudine non è il frutto di un rapporto personale e diretto con Dio Il Dio degli Avventisti non invita l’uomo a una comunione personale d’amore con Lui, ma lo sottopone a prove durissime per poi ridargli, in premio…» una condizione umana (Porcarelli).
Chi ha una anche minima conoscenze della dottrina dei Testimoni di Geova, avrà notato che su vari punti essa è tributaria dell’Avventismo. Il fondatore del movimento che poi si chiamerà dei testimoni di Geova, collaborò per un certo periodo con un avventista di nome Barbour, salvo poi a separarsene in un secondo momento.
Fa pure problema la demonizzazione della Chiesa Cattolica e il proselitismo. Fino a poco tempo fa gli avventisti non facevano distinzione tra missione (svolta con rispetto delle esperienze religiose altrui e senza attacchi denigratori nei confronti di altre confessioni cristiane) e il proselitismo (che invece, pur di acquisire convertiti, attacca e denigra le altre esperienze religiose e si serve di mezzi di propaganda inaccettabili).
Nel 1985 la Conferenza generale degli Avventisti del Settimo Giorno ha pubblicato un codice deontologico per i suoi missionari, raccomandando il rispetto per l’unità delle famiglie, e, se possibile, il colloquio fra i missionari avventisti e i sacerdoti o pastori della comunità religiosa cristiana, a cui la persona apparteneva precedentemente, perché la conversione non sia occasione di polemiche. Alcuni missionari cattolici rilevano che non sempre questo codice deontologico viene seguito nei paesi di missione, ma la sua esistenza è comunque significativa. D’altro canto, ancora recentemente, la Chiesa cristiana avventista del Settimo Giorno ha ribadito la sua intenzione di non aderire al Consiglio mondiale delle Chiese per il timore che questa adesione comporti delle restrizioni alle missioni che gli avventisti ritengono loro dovere svolgere anche presso altri cristiani.
Sussidi
M. Introvigne, Le Nuove Religioni, Sugarco Milano 1989, pp.114-121.
M. Introvigne, Il sacro postmoderno, Gribaudi Milano 1996, p. 245.
A. Porcarelli, “L’imminente ritorno di Cristo per gli Avventisti del 7° Giorno”, in Sètte e Religioni 1991/1, pp. 93-109.