Proprio vero che viviamo nel tempo della post-verità, cioè un tempo dove l’emozione da produrre è più importante della verità, dove lo scoop deve esserci ad oltranza, dove l’esercizio della persuasione è più importante della documentazione. Infatti, navigando nel web mi sono trovato di fronte alle profezie di papa Giovanni XXIII, così presentate da alcuni siti cattolici. Mi sono avventurato con interesse, per saperne di più. Un po’ di ricerca ed ecco che spunta fuori il libro “Le profezie di Papa Giovanni XXIII”, edizioni Mediterranee, 1976, collezione: esoterismo, medianità, parapsicologia. Chiaro, lo avrei trovato tra i 10.000 libri collezionati dal GRIS, e infatti c’era. Esaminandolo, ecco un’ulteriore conferma che siamo nell’epoca della post-verità. L’autore del libro è Pier Carpi, un giornalista morto il 26 giugno 2000, originario di Arceto di Scandiano. Questi presenta un curriculum esoterico, che culmina negli anni novanta con la fondazione di un gruppo Teosofico a Reggio Emilia. Fu autore di parecchi libri di versante esoterico, occultista, tra i molti libri scritti il libro “Cagliostro il Taumaturgo (1972)”, dal quale fu tratto il film omonimo (1974). Nell’introduzione al libro “Le profezie di Papa Giovanni XXIII”, l’autore spiega che una sera, accanto ai bastioni della fortezza di San Leo, mentre ormai stavano chiudendo le porte, vide un vecchio con un cane. Pier Carpi cominciò a parlare con il vecchio. Il tema di Cagliostro, che fu prigioniero nella fortezza, li unì. Il vecchio era un iniziato a un alto livello in una società segretaL’incontro proseguì in un’abitazione incognita per tutta la notte. Il vecchio narrò di Angelo Roncalli quando era nunzio in Turchia (Il vecchio non diede nessuna data. La data 1935, che viene riportate nel testo, è un’aggiunta successiva per dare un’ambientazione storica. Tale data segna solo l’inizio della presenza di Roncalli in Turchia, che durò ancora per dieci anni fino al 1944. Esauriente è il libro di Rinaldo Marmara sulla presenza di Roncalli in Turchia: “Istanbul incontro di due mondi”, Istanbul, 2011. L’ambientazione su Angelo Roncalli, presentata dal testo, è precisa: “Arcivescovo di Mesembria (Tracia), delegato apostolico in Turchia [ndr. anche Grecia] (…). Iniziò in quel tempo, appunto, il suo contatto con un mondo sconosciuto”. Questa ambientazione non è di Pier Carpi, e dovette far parte dei fogli consegnatigli dal vecchio di San Leo). Angelo Roncalli secondo l’innominato anziano (l’autore non da nome né località dell’abitazione del vecchio di San Leo), ebbe per sei notti il sogno, oppure in non sogno, cosa che il vecchio narratore non precisò, di un vecchio dai lunghi capelli bianchi. Alla settima volta Angelo Roncalli lo vide e incominciò con lui un percorso iniziatico. Uscito dalla sua abitazione Roncalli venne condotto dal misterioso vecchio in un tempio iniziatico (non è identificabile) con vano pentagonale. Poi il vecchio dai capelli lunghi lo illuminò con la scienza occulta di due libri, che furono solo presentati, ma che ebbero effetto iniziatico completo, non per gradi come nella massoneria. Poi Angelo Roncalli, iniziato a questa società segreta, (non ci sono indicazioni su quale fosse) cominciò a profetare, e quanto diceva veniva scritto dal cancelliere. Il vecchio di San Leo consegnò i fogli scritti dal cancelliere a Pier Carpi (non tutti disse, per ragioni occulte, ma in realtà per legare meglio a sé il signor Pier Carpi). Pier Carpi nell’introduzione garantisce di aver fatto ricorso a più persone qualificate per verificare l’autenticità del plico, delle quali persone non dice i nomi perché dovevano rimanere incognite (ma vanno viste quali persone iniziate all’occultismo), e dopo essersi convinto nel giro di alcuni anni decise di scrivere il libro. L’incontro a San Leo col vecchio esoterico deve risalire poco prima del 1972, data della pubblicazione del libro su Cagliostro. Basterebbe questo quadro per non dare il minimo credito al libro.IL giornalista Pier Carpi, partendo dalle sue posizioni esoteriste, che vogliono che nella Chiesa – addirittura – ci siano collusioni con l’esoterismo e anche adozioni esoteriche, e dall’essere stato ammaliato dal “vecchio della fortezza di San Leo”, ha fatto tutto quello che poteva in chiave di decifrazione storica, fallendo il fatto evidente che Giovanni XXIII non c’entra per nulla in quelle pseudo profezie. Il genere letterario del documento è quello profetico apocalittico, ma nel senso che i fatti storici vengono presentati con un velo misterico, che però non impedisce di cogliere una strutturazione globale.
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